Seraina Rohrer in merito a «Day is done»

Con messaggi verbali e scorci dalla finestra del suo atelier nel centro di Zurigo, Thomas Imbach racconta la storia esistenziale del personaggio «T», sotto forma di autobiografia fittizia. Un personaggio di cui si avverte la presenza sull’arco dell’intero film, che tuttavia non compare mai. È proprio questo, il punto di forza di questo film saggio.

Il regista si affida alla forza espressiva dalle registrazioni della segreteria telefonica, grazie alle quali noi spettatori veniamo a conoscenza degli alti e bassi e della quotidianità di sua vita. E sull’arco di 15 anni Imbach filma scorci panoramici con una cinepresa da 35mm, scorci che a prima vista potrebbero sembrare banali. 

Imbach ha dovuto ridimensionare e condensare radicalmente il materiale video e audio. È facile immaginare, quanto sia stato difficile. Grazie al montaggio compatto, Imbach esercita sullo spettatore un potere di richiamo indescrivibile. Con spunti umoristici e talvolta tristi, ma sempre con immagini sublimi e poco convenzionali, il regista ci porta con sé in un viaggio attraverso i culmini e gli abissi di una vita. Il film «Day is done» è un esperimento audace, che avrebbe potuto risultare fallimentare. È proprio questo, che rende il film una perla della storia del cinema svizzero!