Frédéric Maire in merito a "Reisender Krieger"

Avrò un ricordo indelebile della prima proiezione delle ore 03.15 di "Reisender Krieger" in una sessione notturna speciale di Locarno, nel 1981. Il cinema Rex era gremito, ero consapevole di vivere un momento eccezionale, un’esperienza cinematografica straordinaria, degna di un “Easy Rider” elvetico. Il “Krieger” (combattente) del titolo è un commesso viaggiatore dell’azienda cosmetica Blue Eye. La sua vita è fatta di viaggi, di bistrò e di incontri, in particolare quello con un giovane batterista, che poi adotterà come figlio. Il regista Christian Schocher ha scritto il film pensando all’”Odissea”: Krieger è il moderno Ulisse, la città dormitorio in cui vive è la sua Itaca, Blue Eye il suo ciclope e il musicista il suo Telemaco. Film documentario sceneggiato, “Reisender Krieger” è costruito come un road movie, dove viaggi e incontri sono più o meno improvvisati, a un ritmo quasi allucinatorio. Il film deve molto anche al cameraman e cineasta Clemens Klopfenstein che, portando una cinepresa in spalla con una pellicola in bianco e nero molto sensibile, naviga abilmente attraverso le lunghe scene parzialmente improvvisate.