Antonio Mariotti in merito a «Sinestesia»

Le storie di quattro trentenni si intrecciano seguendo le onde dell’amicizia, dell’amore e soprattutto del destino. Basta un attimo e una relazione forte e in apparenza felice muta diametralmente volto per scivolare in un baratro di dolore e di impotenza. Un mondo senza più sapori né colori, dove ogni movimento costa enorme fatica.

Alan, Françoise, Michela e Igor sono protagonisti di un capitolo ciascuno ma la loro presenza attraversa tutto questo film narrato in modo originale. Una scommessa troppo azzardata per un primo lungometraggio? No, una sfida vinta. Grazie alla freschezza e all’accuratezza della sceneggiatura scritta dallo stesso regista, Erik Bernasconi.

Ma per spiegare il successo di «Sinestesia» non si può dimenticare, sullo schermo, il cast italo-svizzero che funziona alla perfezione (Alessio Boni, Giorgia Wurth, Melanie Winiger, Leonardo Nigro) e, dietro le quinte, l’esperienza di un cineasta prestato alla produzione come Villi Hermann. Da questa miscela inedita nasce un’opera sincera, ricca di emozioni, di momenti comici e poetici, di spunti di riflessione sulla vita di ciascuno di noi.