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In «Clara e il segreto degli orsi» sono stati utilizzati veri animali sul set – ed è proprio questo l’aspetto più affascinante del film. Ma come nascono in realtà tali produzioni? A questa domanda risponde la nuova featurette di filmo «Da Barry, agli orsi e ai trucchi animali. Sul set con veri animali!».
🎬 Il regista Tobias Ineichen racconta le avventurose riprese – e il lavoro degli addestratori, senza i quali le scene con animali reali non sarebbero possibili. Nel video, della durata di circa dieci minuti, interviene anche l’addestratrice Alexandra Lovisi, che spiega come nell’addestramento cinematografico conti molto di più la fiducia che il semplice dressage. Attualmente Lovisi sta preparando due cuccioli di San Bernardo per «Il mio amico Barry» (regia di Markus Welter), un nuovo adattamento della storia del celebre cane da salvataggio, in uscita nelle sale a gennaio 2026.
🐾 Nella featurette scoprirai inoltre quali sono gli eroi animali preferiti di filmo – e perché, nonostante le più moderne tecniche CGI, i cineasti continuano a lavorare con animali veri. Gli effetti digitali in 3D hanno sicuramente punti di forza, ma anche limiti ben precisi rispetto agli interpreti a quattro zampe.
Che si tratti di «Babe, maialino coraggioso» (1995) o di «Barry, il San Bernardo» (1977): i film con protagonisti animali restano indimenticabili!
Il film d’avventura e di mistero «Clara und das Geheimnis der Bären» (regia di Tobias Ineichen) è ora disponibile in streaming grazie a filmo. Il film è adatto a bambini a partire dai 10 anni, ma saprà conquistare anche gli adulti. Racconta la storia di Clara, una ragazza di 13 anni che vive tra le montagne grigionesi e percepisce cose invisibili agli altri. Incontra un cucciolo di orso nella natura e poco dopo una giovane ragazza proveniente da un’epoca lontana. Una maledizione antica incombe sulla valle. Ora spetta a Clara ristabilire l’equilibrio tra l’uomo e la natura e proteggere gli orsi dai bracconieri.
Il portale cinematografico Filmdienst scrive a proposito di questo film, in cui compaiono veri orsi:
«Mistero, misticismo e sogni si uniscono a un appello a trattare gli esseri umani, i paesaggi e gli animali con rispetto e responsabilità.»
È stata una serata indimenticabile per chi ha potuto essere presente il 4 agosto 2006 sulla Piazza Grande: in quella data, infatti, è stato presentato in anteprima al Festival del film di Locarno «Die Herbstzeitlosen» (FIORI D'AUTUNNO), e le risate e il buon umore che hanno accompagnato la proiezione sono stati seguiti da una standing ovation di quasi venti minuti. Molti spettatori erano visibilmente commossi, si è diffusa un'ondata di simpatia ed entusiasmo. E naturalmente sono saliti sul grande palco: la regista Bettina Oberli, che prima si chiedeva con apprensione se il suo film, girato inizialmente per la televisione, avrebbe superato la prova davanti a un pubblico internazionale. E l'attrice protagonista Stephanie Glaser, che ha interpretato il suo primo ruolo da protagonista al cinema all'età di 86 anni, è stata sollevata su una sedia e ha salutato il pubblico con gioia. Al cinema, la commedia è diventata il film di maggior successo dopo «Les fabricants de Suisse» con 600 000 spettatori.
Grazie a filmo, «Die Herbstzeitlosen» esce oggi in una versione restaurata in 4K HDR Dolby Vision, naturalmente in versione originale (dialetto) con sottotitoli in tedesco, francese e italiano, con audiodescrizione e sottotitoli per non udenti, nonché in versione doppiata in italiano o francese. Il restauro è stato realizzato grazie al sostegno finanziario di Suissimage e della SRF.
Questa commedia colpisce ancora oggi per il fascino travolgente dei protagonisti, che si ribellano allo spirito retrogrado e ipocrita del villaggio.
Una commedia leggera sull'emancipazione, che seduce con la sua dolce malinconia e il suo umanesimo.
Scoprirete il legame tra il tema del film e la sceneggiatura con le origini e la nonna della regista Bettina Oberli, o come la troupe del film non si è lasciata impedire dalle drammatiche inondazioni nell'Emmental di girare. Vengono affrontati anche altri temi, come lo sfruttamento del film. Sapevate, ad esempio, che inizialmente la televisione voleva intitolare la commedia «AVS e mutandine di pizzo»? (Grazie a Bettina Oberli, ci è stato risparmiato questo titolo). O che il successo del film in Giappone è in parte dovuto al rispetto per gli anziani?

«Fantastico! Affascinanti film di genere dalla Svizzera!»
Un viaggio fantastico nel cinema svizzero – dalla Terra di Mezzo a Bizarro World – raccontato in 5 capitoli.
Vette innevate, valli inquietanti, galassie lontane: la Svizzera è stata spesso molto più di un semplice scenario – è il vero palcoscenico di storie fantastiche, blockbuster di fantascienza, incubi oscuri ed esperimenti di genere tanto assurdi quanto affascinanti.
Dalla Terra di Mezzo alpina agli orsi polari a Grindelwald, dalle distopie futuristiche alla fantascienza nata intorno al CERN, fino ai cheese-slasher e al body horror – la Svizzera mostra il suo volto più strano, selvaggio e irresistibile.
✨ Da scoprire:
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Esclusive visioni della Svizzera di Tolkien, citazioni di John Howe – il celebre illustratore del Signore degli Anelli originario di Neuchâtel – e sorprendenti paragoni tra la topografia svizzera e la Terra di Mezzo
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Come produzioni internazionali (Animali fantastici, Star Wars) trasformano i paesaggi svizzeri in universi paralleli, visioni distopiche o thriller cupi
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Come film horror (Sennentuntschi) e thriller (After Darkness) utilizzano ambientazioni svizzere
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Come si è evoluto il coraggio della fantascienza elvetica – dagli anni ’70 a oggi
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Trash, formaggio e culto in Mad Heidi, The Ring Thing e altre chicche bizzarre
Quello che inizia come un “piccolo Paese” si trasforma in una grande tela per il cinema di genere – tra idillio alpino, mondo bizzarro e orrore corporeo.
Recentemente, la versione restaurata in 4K di «After Darkness» è stata presentata in anteprima al NIFFF, con una sessione di domande e risposte con il regista svizzero Dominique Othenin-Girard. Le Temps (LINK) e il blog cinematografico di Sennhauser (LINK) hanno visto il film e ne hanno scritto una recensione interessante.
Il film, candidato all'Orso d'oro alla Berlinale nel 1985, racconta la storia di Peter (John Hurt), un professore di antropologia che va a prendere suo fratello in una clinica psichiatrica per curarlo dai suoi tentativi di suicidio. I due vanno a vivere insieme, ma il fratello è tormentato dai sogni di un gemello perduto e Peter assume sempre più i tratti del suo pupillo malato. E poi compare anche una ex amante di Peter che inizia a interessarsi al fratello.
«Vado al cinema per ascoltare storie e faccio film per raccontare storie. Quando ho sentito la storia di Marcello, ho intravisto la possibilità di mettere in scena una favola senza tempo, profondamente radicata nelle tradizioni antiche».
La trama giocosa e fiabesca è basata su un romanzo dell'inglese Mark David Hatwood, che Rabaglia trasporta nell'Italia degli anni '50.
Il film è ambientato su un'isola del sud Italia, dove un'antica usanza tiene con il fiato sospeso gli abitanti: quando una ragazza compie 18 anni, i ragazzi del paese le portano un regalo...per suo padre. Quest'ultimo decide quindi da solo chi può accompagnare sua figlia al suo primo appuntamento. Marcello non è d'accordo con questa relazione degradante. Per conquistare l'affascinante Elena, decide di stare al gioco. E ben presto si ritrova coinvolto in una serie di scambi con tutto il villaggio.
Il nostro viaggio ci porta da Basilea a La Chaux-de-Fonds, dove incontriamo il buffo “HD-Soldat Läppli” e la famosa figlia del locandiere “Gilberte de Courgenay”. Dalla famosa città orologiera, il viaggio prosegue attraverso paesaggi remoti lungo il Doubs, dove gli amanti litigano (“Pas douce”) o sono perseguitati da visioni (“L'allégement”) fino a La Brévine, la Siberia della Svizzera, nel film documentario “Quand nous étions petits enfants”. La terza tappa conduce infine da Neuchâtel al Giura vodese, dove sono ambientati i film di Alain Tanner “La Salamandre” e “Le Milieu du monde”, nonché le indimenticabili avventure del bracciante Pipe sulla sua moto (“Les petites fugues”) e la commedia del critico cinematografico Lionel Baier “Un autre homme”.
Nel 1921 i francesi Lortac e Cavé realizzarono il primo cartone animato in Svizzera, “Histoire de Monsieur Vieux-Bois”, utilizzando la tecnica della carta tagliata. Per molto tempo, il ruolo dei film d'animazione è stato più o meno limitato alla pubblicità. Poi, alla fine degli anni '60, Gisèle e Nag Ansorge diedero vita al cinema d'autore. L'animazione conobbe allora un vero e proprio boom. Il leggendario studio GDS, fondato da Georges Schwizgebel, è emblematico di questa tendenza, così come le indimenticabili figure di Pingu e Globi. La scena svizzera dei cartoni animati è in piena espansione, soprattutto dopo l'entusiasmo del pubblico per “Ma vie de Courgette” (2016). Vanta 200 registi e produce una ventina di film all'anno.
Godetevi il vostro viaggio attraverso le epoche e il mondo dell'animazione svizzera!
Una breve storia delle “più leggendarie star del cinema svizzero”: hanno cercato la loro fortuna professionale all'estero, sono cresciuti lì - e hanno ritrovato la strada di casa. Se volete sapere come se l'è cavata all'estero Paul Hubschmid (“Füsilier Wipf)”, il volto della difesa nazionale svizzera, con chi ha lavorato Lilo Pulver a Hollywood e quale attore svizzero ha vinto un Oscar, siete nel posto giusto. Diamo anche uno sguardo alle carriere di leggende della recitazione come Bruno Ganz, Ursula Andress, Maximilian e Maria Schell, Mathe Keller e, infine, Michel Simon, diventato famoso in Francia come grande caratterista.